L’erotismo e la fantasia entrarono nella mia vita con la forza di un tifone, infrangendo l’ordine noto delle cose
Isabelle Allende
– In copertina un’illustrazione di petitesluxures –
Sono sdraiata sul letto, nuda. Sento il contatto della pelle con il cotone delle lenzuola.
Sono questi i momenti in cui ringrazio di non aver messo le lenzuola di Ikea che con lo sfregamento del corpo sembra quasi vogliano avviare un piccolo incendio.
Sul comodino ho una candela accesa all’interno della lampada di sale e le luci artificiali sono spente.
Nell’aria sento il profumo del bucato pulito fatto poco prima.
In sottofondo, riecheggia la voce di Shivaree con “Goodnight Moon”, quella voce soffiata e sensuale, così sottile, mi riporta ad una adolescenza fatta di ingenuità e di desiderio sessuale romantico.
Mi accendo una sigaretta e mentre fisso il soffitto godendomi il suono della musica, l’odore dell’aria, il contatto della pelle sulle lenzuola e le luci soffuse, con la mente passo a chiedermi come staranno vivendo gli adolescenti questa quarantena.
Chissà come stanno sfogando le pulsioni sessuali, che solo la combo fra primavera e prime esperienze sessuali può dare.
Eppure sento di non discostarmi molto da quel periodo, quando volevo tutto e lo volevo subito.
Sono 37 giorni e 9 ore che non ho un rapporto sessuale. Inizio a chiedermi se quando rivedrò il mio compagno dovrò nuovamente prendere confidenza con il suo corpo, se sarò ancora capace a dargli e darmi piacere.
Dicevo, solitamente voglio tutto e lo voglio subito, come gli adolescenti in preda agli ormoni primaverili.
Staranno facendo sexting? Avranno intasato le app di incontri pur di avere un simil contatto umano? E quando tutto questo sarà finito, correranno ad avere rapporti sessuali? Magari non protetti? Ci sarà un boom di gravidanze e di malattie a trasmissione sessuale?
Spengo con forza la sigaretta nel posacenere sul mio comodino, accanto alla candela nella lampada di sale.
Mi sto preoccupando degli adolescenti, ma io che voglio sempre tutto e subito, cosa posso fare adesso? E cosa farò quando tutto questo sarà finito?
Shivaree ha smesso di dare la sua buonanotte alla luna e io non posso far altro che dare la buonanotte alle mie voglie e rimandare i miei desideri carnali, godendomi sul momento l’impulso sessuale che non posso esprimere quando e quanto vorrei.
Trallallero Trallallà
FuoriClasse – L’eros nella letteratura
Un approfondimento non sulla letteratura erotica, ma sull’eros nella letteratura, passando attraverso autrici ed autori note/i, che dei programmi scolastici fanno parte, e altr* meno “istituzionali”. Scordiamoci allora il Catullo dei mille baci, poi cento e accogliamo quello che scrive di caxxi e fixxe; incontriamo un’Allende che non è solo realismo magico, ma anche prime scoperte sessuali; scopriamo Silvana Grasso, scrittrice siciliana, che descrive un’umanità ferina e istintuale nel contesto contadino. E ancora Philip Roth con la trilogia del desiderio e Dorothy Allison, autrice americana, che racconta la scoperta della masturbazione femminile.
Questo video fa parte del progetto FuoriClasse lanciato da Non Una di Meno Milano in collaborazione con Fridays for Future.
“Un programma di approfondimenti che rappresentano esempi concreti di come la Storia possa essere raccontata per esempio dal punto di vista delle donne e delle relazioni di genere o la biologia da quello dei corpi sessuati. Di come il diritto possa agire di fronte ai cambiamenti climatici o di come le scienze possano concentrarsi sulla transizione ecologica. Non si tratta di negare le specificità delle materie, ma di ricordate che non esistono saperi neutri e che osservarne il posizionamento ci permette di poterli usare come strumenti di liberazione e non come dogmi. Pensiamo, infatti, che l’educazione possa essere una pratica di libertà, di democrazia dal basso o almeno una palestra dove allenarle.”
Tra gli effetti sorprendenti di questa quarantena, c’è il riaffiorare di ricordi infantili, soprattutto sotto forma di sensazioni ed emozioni.
L’apertura di questa diga ha gettato luce su certe sfaccettature della mia sessualità, chiarendone aspetti forse più pittoreschi che altro. Ad esempio, ora sono ben conscio dell’importanza di Fantaghirò nel mio immaginario sessuale.
La collezione completa dei Linus di mia madre ha forgiato la mia sessualità a colpi di Manara, Crepax e tutti gli altri autori oscuri e pazzoidi ospitati sulle sue pagine, con il risultato di aver sviluppato fetish per donne conturbanti dai capelli corti, BDSM e zozzerie varie.
Probabilmente, anche la visione del Rocky Horror Picture Show a dieci anni è stata un filino precoce. In ogni caso, continuo oggi a considerare Tim Curry una bomba sexy.
La successiva e importante consapevolezza è stata che in realtà queste sono state le mie influenze positive. Quello che veramente mi ha rovinato sono state le raffigurazioni “normali” della sessualità, perché per noi maschietti questa faccenda del sesso è sempre stata piena di insidie.
Per farla breve, senza il rischio ma con la certezza di banalizzare, è che millenni di oppressione del sesso femminile hanno reso fessi anche noi, come disgustosa ciliegina sulla torta. Mentre oggi il sesso femminile si riappropria del senso del piacere, della scoperta e della sensorialità, la sessualità del maschio etero occidentale si ritrova stanca, vuota e agonizzante, inondata da centinaia di migliaia di pessimi porno pieni zeppi di zoomate sui genitali. Davvero, sono tremende e anti-climatiche, perché continuate a farle?
Ormai conscio di tutto questo, ho approcciato la quarantena da single con autentico terrore, nato dalla consapevolezza di non aver mai sviluppato un rapporto sano con la masturbazione, rinchiusa nel ruolo di necessario sfogo tra un rapporto sessuale e l’altro, mero atto meccanico alimentato da video usa e getta, ormai scevra persino delle conturbanti fantasie adolescenziali.
Poi una sera, dopo settimane di turbamenti emotivi, è successo qualcosa di diverso. Ho visto un video porno, ma non ho saltato alle scene di sesso. Non ho tolto il volume e ho seguito la trama. Forse ero in un momento in cui i miei standard cinefili erano abbassati, ma mi sembrava veramente ben recitato e scritto. I sensi erano più aperti, il corpo interamente presente. Ero tutto lì, intensamente.
E finalmente, per la prima volta, un porno me lo sono goduto.
E questa è la storia di come, grazie alla quarantena, sono passato dalla masturbazione all’autoerotismo.
Larsen
Quella del corpo è la mancanza che sto sentendo maggiormente da quando è cominciata questa quarantena. Esattamente – almeno così dice Google Maps – 11.586 Km mi dividono in questo momento dal corpo che desidero. Mi ringrazio d’aver acquistato da qualche settimana il mio primo sex toy, prima d’ora non mi era mai capitato di fermarmi in modo così approfondito sul mio desiderio. E così dal gioco nascono nuove consapevolezze… Quella di quanto è vasta la mia fantasia, di quanto è divertente la mia immaginazione, di quanto può unire condividerle, di quanto potrà essere bello aggiungere queste piccole scoperte a quanto già era.
Esplorare, esplorarsi e condividere perchè quando potremo toccarci di nuovo avremo nuovi modi, nuovi percorsi, nuove strade.
Presto, spero.
Nel frattempo, leggo Clitoridea e le Regole per un Sexting sicuro di Sessualità e Relazioni.
Perché Q vuoi mettere questo contenuto nella prossima newsletter? La domanda che mi pone una compagna Cactus. Ci rifletto.
Perché in questo video e in questa canzone c’è tanto di ciò che ritengo importante, nel parlare di desiderio, erotismo e sessualità.
Perché l’autoerotismo femminile – troppo spesso associato a vergogna, colpa, silenzio – qui viene celebrato in tutta la sua bellezza. Perché il video gioca su ironia e metafore, aspetti che risvegliano e stimolano in me il desiderio. Perché in una fase in cui percepisco una coltre grigia calare sopra il mio desiderio, la mia eccitazione, il mio corpo, ecco che i colori sgargianti, la musica incalzante, le parole pungenti, fungono da antidoto contro il torpore.
E perché, per concludere con la frase che apre il video di Marika Hackman “dietro ogni condanna erotica c’è un ipocrita ardente” – Susie Bright.
P.S. il testo regala davvero gioie, ma purtroppo non se ne trova una traduzione in italiano. Chi volesse averla ci scriva alla nostra mail cactus.psicologia@gmail.com e ci muoveremo per produrla. Che le differenze linguistiche non siano un limite alla scoperta!
Q