Erik Homburger Erikson, uomo dal nome buffo e tra i più longevi psicoanalisti della storia, nasce il 15 Giugno del 1902 e muore il 12 Maggio del 1994 all’età di 92 anni!
Erikson ha attraversato il secolo fondamentale per lo sviluppo della psicologia e della psicanalisi e offrendo il suo contributo per quanto riguarda lo sviluppo dell’Io – della persona – all’interno di tutto il ciclo di vita.
Erikson immagina che lo sviluppo di ognunə sia influenzato dalle caratteristiche individuali ma anche da quelle dell’ambiente che lə circonda. L’importanza della cultura, Erikson l’ha confermata anche ammettendo di aver dato importanza alle diverse fasi del ciclo di vita anche in base al momento culturale che stava vivendo. Per esempio, fino agli anni ‘50/’60 l’età adulta sembrava essere l’età principale nonché l’ultima; fino agli anni ‘80, in cui c’è stata una rivalutazione dell’età senile, questa veniva considerata solo come un’elite di vecchi.
Come racconta la collaboratrice e moglie, Joan Erikson, gli stadi che lei e il marito hanno pensato e immaginato come parti del ciclo di vita sono quelli che hanno attraversato insieme lungo il corso della loro esistenza.
Questi stadi, dice lo stesso Erikson, non vanno visti in un ordine preciso e immutabile, piuttosto vanno pensati come un ciclo, che ha al suo centro l’età adulta, come arrivo per un individuo e ripartenza per una nuova generazione.
Le fasi individuate sono otto, ognuna caratterizzata da un dilemma tra due estremi in tensione tra loro, per cui, più che superare le diverse fasi, è importante che l’individuə trovi un suo equilibrio in esse.
Fase 1: fiducia / sfiducia
(0 – 18 mesi)
Nasciamo e subito ci troviamo a confrontarci con delle persone intorno a noi. La bontà delle cure che queste ci forniscono influenza il nostro modo di essere, durante questa fase, infatti, lə neonatə sviluppa, o meno, un senso di fiducia in se stessə e nel resto del mondo.
“Se mi curano e mi coccolano vuol dire che valgo qualcosa (autostima) e che lз altrз sono buonз (fiducia)”
Fase 2: autonomia / vergogna e dubbio
(18 mesi – 3 anni)
Lə bambinə cresce, inizia a esplorare ciò che c’è intorno a ləi e sperimenta il controllo del proprio corpo; se riesce a completare positivamente questo compito esplorativo, lə bambinə inizia a sviluppare un graduale senso di autonomia e autoefficacia che sarà in equilibrio con la sensazione di vergogna e dubbio su di sé che deriva dai propri inevitabili fallimenti.
“Esploro l’ambiente intorno a me e quando ne ho bisogno riesco a controllarmi (sì, ho imparato a farla nel vasino!), ormai sono autonomə (autostima), anche se a volte posso sbagliare (dubbio)”
Fase 3: spirito di iniziativa / senso di colpa
(3 – 5 anni)
Erikson pone molta attenzione sul gioco, attività essenziale nello stabilire dei rapporti sociali. In questa fase lə bambinə impara a stare in equilibrio tra l’iniziativa individuale e la cooperazione con l’altrə. Con la crescita ha sempre più possibilità di allontanarsi dall’adultə di riferimento e prende delle iniziative. Ovviamente a volte si può sbagliare e essere rimproveratə, sperimentando anche il senso di colpa che, se moderato, permette di comprendere i propri limiti.
“Wow, chissà cosa c’è in quel vaso di cristallo che hanno messo in alto per non farmelo prendere. Ops, si è rotto…è colpa mia, la prossima volta magari chiedo aiuto per vedere come si fa.”
Fase 4: laboriosità / inferiorità
(5 – 13 anni)
La quarta fase traghetta l’individuə dall’infanzia alla preadolescenza. Il dilemma è tra la capacità di spronare se stessə a fare sempre meglio, per nutrire la propria autostima ma anche per ottenere una ricompensa, e la possibilità di non trasformare il fallimento in senso di inferiorità. È importante imparare a scegliere delle sfide che portano a riuscire e a sentirsi gratificati tralasciando quelle che si prevedono impossibili e che sarebbero certamente fallimentari.
“Ok, avevo preso 5 a italiano ma per fortuna ho fatto ripetizioni, ora ho preso 7, sono molto figə, ho scritto un gran tema. Ora però non esageriamo, mica perché so scrivere mi faccio interrogare pure a inglese se non ho studiato!”
Fase 5: identità / diffusione dell’identità
(13 – 21 anni)
Ed eccoci all’adolescenza! Passaggio obbligato nella costruzione della propria persona. Secondo Erikson in questa fase è necessario individuarsi e trovare la propria collocazione nel mondo. Si oscilla tra l’essere bambinə e adultə e si occupano ruoli diversi, alla ricerca di quello che ci appartiene. Definirsi è complesso e richiede pazienza e tenacia, ma quando si riesce a uscirne, si sono gettate le basi per il resto della vita adulta.
“Ora sto crescendo, ma saranno fatti miei se voglio fare l’alberghiero invece che il liceo classico, ma guarda tu se i genitori devono sempre stare là a controllare tutto. Sì però dov’è che avevano detto che devo scendere con l’autobus? Boh, ora li chiamo”
Fase 6: intimità / isolamento
(21 – 39 anni)
Giovani adulti e dove trovarli, eccoci qua. Come dice la commissione europea, fino a 35 anni si è giovani; vero, ma non abbastanza per non capire chi si è e quali sono i limiti che si possono tollerare. Il dilemma di questa fase è tra il desiderio di intimità e condivisione e l’importanza di mantenere la propria integrità. Superare questa fase implica la capacità di costruire delle relazioni intime, che richiedono dei compromessi, senza sentirsi invasi dallз altrз.
“Beh mi piacerebbe stare con ləi, in fondo mi trovo molto bene, però di certo non rinuncerò ai miei obiettivi, sono anni che ci lavoro…beh certo, qualche compromesso però sarà inevitabile ma credo ne valga la pena.”
Fase 7: generatività / stagnazione
(40 – 65 anni)
Nell’età adulta Erikson vede lo sviluppo della persona legato all’impegno per lasciare qualcosa dietro di sé. La generatività non è intesa solo come possibilità di fare figliз ma come volontà di contribuire allo sviluppo del mondo e delle generazioni future. La sfida di questa fase è trovare la modalità di contribuire al progresso della società, evitando la sensazione di immobilità e mediocrità.
“Arrivatə a questo punto posso sicuramente aiutare questə ragazzə che lavora con me, è fondamentale tramandare quanto imparato, in questo modo ləi eviterà di trovarsi in quella situazione assurda in cui mi sono trovatə io alla sua età.”
Fase 8: integrità dell’Io / disperazione
(dai 65 anni)
Joan Erikson confessa che fino ai 90 anni lei e il marito non si erano accorti di trovarsi nella fase finale della loro vita, tanto erano presi dall’impegno per costruire e migliorare la loro teoria. Arrivata in questa fase della vita ha voluto approfondire le parole che avevano utilizzato per descriverla: saggezza e integrità ricercandone il significato più antico, legato ai cinque sensi. L’obiettivo, in questa fase, è mantenere un senso di integrità della propria storia, attraverso la conservazione di tutto quando percepito e vissuto, evitando di scivolare nella disperazione legata alla fine della propria vita.
“Il percorso che ho fatto finora, nonostante gli alti e i bassi, mi ha portato fin qui ed è coerente con l’idea che ho costruito di me.”
Il caro Erikson si è goduto tutte le otto fasi, sfruttando tutto il tempo che gli è stato messo a disposizione. Augurando lo stesso a tuttз noi, lo ringraziamo per averci fornito questa idea circolare del ciclo della vita e per averci dato l’opportunità di riflettere su quanto sia importante mantenere un equilibrio tra poli opposti che ci attraggono.
E. Erikson, J. Erikson, I cicli della vita. Continuità e mutamenti. (1999) Armando editore. |